lunedì 20 aprile 2009

Penultimo chilometro

"Desert road from Vegas to nowhere

Someplace better than where you've been

A coffee machine

that needs some fixing

In a little cafe just around the bend".

("Calling you", da Bagdad café)


Il primo vero weekend molto caldo della California; il traffico di gitanti nei dintorni di Los Angeles; un giorno di anticipo sulla tabella di marcia; un po' di stanchezza. Alla fine, la lazzaronite prende il sopravvento: sonno prolungato, giornata di relax a bordo piscina. Barstow non è Santa Monica, ma gli ultimi km della nostra “strada 66” devono essere vissuti come si deve. Quindi, ci siamo detti: arrivare a Los Angeles di domenica come tutti? No! Noi siamo in vacanza, ci arriviamo il lunedì! E perciò oggi poche foto, bagno in piscina (un po' freddina) e total relax.


Nota a margine 1: carina la piscina... un po' da risistemare ma dignitosa: diciamo che è molto molto meglio delle pozzanghere viste finora. La cosa un pochino inquietante è il cartello visto all'improvviso appoggiato alla casettina degli attrezzi. Dice più o meno così (se sapete l'inglese c'è qui la foto a fianco): "ATTENZIONE quest'area contiene uno o più agenti chimici noti allo Stato della California per poter causare cancro, difetti congeniti e altri problemi riproduttivi"...

Questa diventa così la giornata che ci dà modo per una riflessione su usi e costumi degli americani.


Tema 1: "i motel".

I motel sono comodi, diffusissimi, a prezzo più che abbordabile, anche se si passa dalla topaia più inquietante, con porte e finestre bisunte e diroccate, al castello di Re Artù (ebbene sì, lungo la strada abbiamo visto -e giustamente evitato- un “Camelot Inn”...). Lungo le 2 mila e rotte miglia di "66" si passa da quelli storici, ancora in funzione, a quelli ricostruiti cercando di mantenere la matrice originale; da quelli moderni e dotati di tutti i comfort, ai veri e propri alberghi, spessissimo di catene diffuse in tutti gli States e presenti in ogni paese che abbiamo attraversato. E poi comunque basta adattarsi: chi non ha difficoltà a convivere con insetti e odor di chiuso, trova anche a meno di 30 dollari la camera.

In tutti, immancabile, c'è in camera tv, frigorifero, forno a microonde: qualcuno la macchinetta del caffè con i filtrini ad hoc; qualcuno ha internet (con o senza fili). E qualcuno ha la piscina, interna o esterna, come quello in cui siamo ora: beh, prima sarebbe servita a poco visto il clima. Imprescindibili sono anche i distributori di ghiaccio, le macchinette delle bibite e delle ciugnate più pazzesche.

Ma questo nostro a Barstow ha anche una particolarità: è stato costruito sopra due cactus giganti, che ora sembra facciano da impalcatura, e tutto il giardino che lo circonda è curatissimo e ben verde. In California è importante. Così per curarlo il perimetro del motel è disseminato di bocche d'acqua che al momento opportuno vengono messe in azione. Ma il getto è incurante di quel che trova intorno: macchine, finestre aperte, tappeti, letti, esseri umani di passaggio... dove va va... se ti becca al momento giusto, è doccia gratis.


Tema 2: “i drive-in”

Dici drive-in e ti viene in mente il cinema all’aperto di “American Graffiti” o “Happy Days”. Di alcuni di loro resistono lungo la Route 66 alcuni resti. Ma nel tempo presente, quando ad un americano giovane parli di drive-in, per lui intendi solo 2 cose. La prima sono i fast-food (davvero una sterminata infnità, anche nel depresso sud) perché tutti hanno lo sportello per le ordinazioni dalla macchina, dove puoi sfogarti a prendere le più impossibili combinazioni di burger, senza alzare di un millimetro il sedere dal sedile o pensare di fare un passo a piedi dal parcheggio al tavolo.

L’altra accezione del termine, e questa mi ha sorpreso un po’ di più, è che ovunque è pieno di bancomat drive-in. Che qui si chiamano ATM, ma anche in questo caso permettono di prelevare senza andare oltre lo sforzo di abbassare il finestrino...


Nota a margine 2: si diceva macchinette che vendono ciugnate: non parliamo dei negozi. Davanti al nostro motel, ma anche in ogni shop o in qualsiasi distributore, c'è il negozio del "food": letteralmente "cibo". Sarà ma vendono solo dolci industriali, bibite di ogni tipo e la più grande collezione di patatine al gusto di “qualsiasi cosa” che abbia mai visto.

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