sabato 11 aprile 2009

Ci vuole un fisico bestiale...

Vinita mi è rimasta indelebilmente dentro. Come il suo "gravy", quella poltiglia di avena e non so cosa con cui cospargono ogni pietanza, se non stai attento. Me la son sognata anche di notte... Già io faccio fatica a dormire se cambio continuamente letto (e qui ne cambio 1 al giorno); se poi mi imbatto in una porzione di "gravy"... ecco, ho un ricordo indelebile -tra i tanti meravigliosi- di questa vacanza.

Ma ripartiti da Vinita (la famosa città con il McDonalds più grande del mondo: talmente grande che non lo abbiamo visto) eccoci subito ad un altro momento topico: la colazione a Chelsea! Che non è Londra, ma una cittadina americana, dell'Oklahoma. La grandinata con vento forte della notte ha abbassato le temperature portandole di nuovo vicino allo zero. Noi, vestiti a strati (maglietta, maglietta maniche lunghe, felpa, giubbotto jeans, gilet impermeabile) entriamo in un classico "café" di questa ridente cittadina in decadenza, nota al mondo per aver ospitato il primo pozzo di petrolio della storia dell'Oklahoma.

Ebbene, ci fanno accomodare, ordiniamo. Qui comincia la consuetudine dei locali americani: appena seduto, ti chiedono cosa vuoi bere e –prendiamo l’esempio della colazione di stamattina- tu chiedi un caffè e loro ti portano, in automatico, anche un bicchierone di plastica da mezzo litro, pieno di cubetti di ghiaccio e con un liquido trasparente al sapore di cloro. Acqua si direbbe, ma non indago. Il liquido, l'ho assaggiato, giusto per capire cosa fosse (non lo so ancora) e per capire che effetto faceva la grandinata nel bicchiere: un gelo epocale, ho perso la sensibilità della lingua finché non l'ho rianimata col caffè.

Intanto, nel locale, naturalmente andavano le pale di ventilazione, come a ferragosto. E, a parte noi, dentro tutti in maglietta o quasi. Ad aiutarci è arrivato il blackout: pale ferme, aria condizionata disattivata, e noi un po’ più acclimatati.
Ma questo è solo un esempio: già dal primo giorno a Chicago, con la neve, vedere in giro ragazze e signore di diverse età, senza calze, era normale. Per loro... Stasera, dopo cena, noi imbacuccati nei nostri giacconi a fare tre passi in città (gli unici a piedi, naturalmente): nelle auto, finestrini spalancati e tutti in t-shirt! E io che gelavo solo al pensiero. Ma evidentemente non ho il fisico da americano!
Anche se, devo ammetterlo, nel paese dove sono tutti extralarge io sono uno dei tanti "XL"... e nemmeno il più grosso!

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